Sono molteplici gli strumenti che possono essere utilizzati per tentare di guadagnare con il trading online, su tutti un’adeguata formazione economica e strumenti tecnici in grado di rivelarsi effettivamente utili per una comprensione della complessa realtà dei mercati.
Focalizzandoci esclusivamente su questi strumenti tecnici, va menzionato l’oscillatore stocastico, uno degli strumenti più utilizzati in assoluto dai trader. Andiamo a conoscere da vicino questo oscillatore per cercare di capirne l’effettiva utilità.
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Oscillatore stocastico: di cosa si tratta?
Gli oscillatori servono a individuare le zone di ipercomprato o ipervenduto che vengono a verificarsi sui mercati in determinati momenti. Tra di essi quello più utilizzato in assoluto è lo stocastico, creato da George Lane nel lontano 1970, il quale basa la sua analisi proprio sul calcolo stocastico. In sintesi, pone in relazione i prezzi di chiusura di un asset e l’intervallo in cui quelli dello stesso oscillano in un determinato arco temporale. Di conseguenza, cercando di ridurre all’essenziale il discorso, possiamo indicare lo stocastico alla stregua di uno strumento in grado di indicare massimi e minimi del mercato.
I rischi connessi al suo utilizzo
Per essere un ausilio effettivamente valido, però, l’oscillatore stocastico deve essere usato con accortezza. In caso contrario, infatti, cessa di dare indicazioni utili e si tramuta in una possibile trappola per il trader. Il punto di partenza è dato proprio dalla sua formazione, cui concorrono due linee:
- la linea %K (detta anche fast line), che è più sensibile alle variazioni di prezzo;
- quella tratteggiata indicata come linea %D ( o slow line), grazie alla quale sono generati i segnali di vendita e acquisto.
In particolare, la prima è usata in veste di vero e proprio campanello di allarme teso all’identificazione di possibili momenti di entrata e uscita dal mercato. La seconda, a sua volta, è utilizzata al fine di generare il segnale vero e proprio nel momento in cui va ad incrociare la linea più lenta. Per quanto riguarda i valori entro cui oscilla lo stocastico, sono compresi in un range da 0 a 100. Se i dati oltrepassano 80 vuol dire che il mercato è in una fase di ipercomprato, ove si attestino sotto 20 prevale quella di ipervenduto.
Le tipologie di oscillatore stocastico
Esistono tre tipi di oscillatore stocastico:
- fast, che va a ricalcare fedelmente l’idea da cui partì Lane, mettendo in relazione massimi e minimi di prezzo di un determinato arco temporale, tracciando così il valore %K e il valore %D che è la media mobile del valore %K;
- slow, in cui la linea del valore %K è disegnata come media mobile a 3 periodi di quella %D. In tal caso, la linea %D diventa la media mobile a 3 periodi della nuova linea %K. E’ considerato la scelta ottimale rispetto al precedente poiché restituisce segnali più netti e meno sensibili alle variazioni di prezzo;
- full, che consente di personalizzare lo stocastico slow risultando in definitiva più versatile, venendo preferito dalla maggior parte dei trader.