Il petrolio è sempre uno degli asset più importanti sui mercati globali per ovvie ragioni; in questo momento storico a ridosso della pandemia, è anche uno dei più problematici in assoluto come dimostra quanto accaduto nei mesi in cui l’economia globale si è fermata a causa del lockdown dovuto al Covid.
La chiusura mondiale ha comportato il blocco dei trasporti e, di conseguenza, del commercio di greggio. I barili rimasti sui piazzali di stoccaggio sono quindi risultati invenduti, con la loro quotazione finita addirittura sotto lo zero per la prima volta nella storia. Un vero e proprio choc per un gran numero di investitori e per le aziende del settore.
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I futures: di cosa si tratta?
Ed investire nel petrolio, effettivamente, è stata in passato una scelta pratica da molti: quando si decide di investire sul petrolio si può anche ricorrere a particolari strumenti di trading. Noti con il nome di futures, ovvero un contratto che impegna ad acquistare o vendere, in una data futura, una determinata quantità di merce o attività finanziaria ad un prezzo fissato in partenza.
Nel caso in cui l’attività sottostante è una merce, proprio come avviene per il petrolio o delle materie prime (leggi ad esempio: come investire in materie prime del settore agricolo), il futures si definisce commodity futures, mentre ove si tratti di uno strumento finanziario si parla di financial futures.
I futures sul petrolio
In sostanza i futures possono anche riguardare le merci, proprio come il petrolio. Quando si inizia una negoziazione sul petrolio tramite futures, il lotto di base per contratto ammonta a mille barili e le quotazioni sono espresse in dollari statunitensi per ognuno di essi.
L’investitore che punta sui futures effettua una sorta di scommessa, o per meglio dire previsione: ove si ipotizzi che il petrolio vedrà aumentare il proprio valore nel periodo indicato sul contratto, aprirà un future.
Il roll over
I futures principali sono contratti con scadenza a tre mesi. Possono prevedere la consegna fisica alla data di scadenza, oppure delle compensazioni in denaro tra il prezzo pattuito sul future e quello del greggio a consegna immediata sul mercato (cash settled).
La vera e propria compravendita riguarda soltanto un numero estremamente esiguo delle transazioni, intorno al 2%. In tutti gli altri casi, le posizioni vengono liquidati poco prima della loro effettiva scadenza. Al loro posto ne vengono stipulati di nuovi con il preciso intento di evitare la presa effettiva in consegna della merce, che obbligherebbe la sua conservazione. Il processo in questione viene indicato come “roll over”.
Chi è che investe in futures sul petrolio?
Ad investire nei futures sul petrolio sono in particolare le grandi multinazionali del settore energetico che utilizzano questi derivati con lo scopo di proteggersi dal rischio di perdite dovute a un mutamento di prezzo della materia prima.
Oltre a loro va ricordata la presenza degli speculatori puri. Ovvero di quei traders che effettuano la ‘scommessa’ con il solo scopo di vedere il proprio investimento premiato dalla sua esattezza; investitori che, di conseguenza, non sono interessati a detenere i barili oggetto della contrattazione, scegliendo di chiudere in anticipo le posizioni assunte.