L’oro è da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza. Quando si ha il timore che i propri investimenti possano risentire in maniera più o meno forte della crisi mondiali, la risposta più praticata è quella tendente all’acquisto di oro fisico.
Va però sottolineato come se in effetti l’oro può consentire una certa tranquillità in momenti di rottura dei mercati, dall’altro lato il suo effettivo rendimento risente anche dal momento in cui viene acquistato.
Se infatti lo si acquista ad un prezzo troppo alto, si rischia di dover attendere molti anni per vedere premiato il proprio investimento o addirittura di perderci, proprio a causa di una caratteristica del metallo prezioso che viene poco menzionata: la volatilità.
Da quanto detto sinora, dovrebbe essere chiaro come l’oro non rappresenti sempre quell’isola felice indicata da molti.
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Il momento attuale: valutazione dell’oro oggi
L’attuale, ad esempio, sembra proprio un periodo poco felice per questo asset, il quale vede la sua quotazione rimanere su livelli abbastanza bassi ormai da mesi.
A testimoniare il momento poco felice è anche un report pubblicato dal World Gold Council, dal quale si può capire come la domanda di oro per investimento nel corso dei primi nove mesi dell’anno 2017 abbia fatto registrare una discesa su base annua di 455 tonnellate. Se si traduce il dato in prezzi attuali, sarebbero circa 20 miliardi di dollari in meno.
Perché l’oro non riesce più a trascinare gli investitori? Secondo gli analisti, a influire sensibilmente sul suo valore è il regime di bassa inflazione che continua a caratterizzare le maggiori economie globali. Proprio la sua funzione di riserva di valore è destinata a risentire dei periodi in cui i livelli inflattivi si mantengono bassi.
Quotazione dell’oro: come e quando sale
Come è ormai noto, la quotazione dell’oro è destinata ad aumentare in concomitanza di crisi politiche, guerre o altri eventi in grado di seminare incertezza negli investitori, convincendoli infine a ripiegare sul metallo prezioso. Proprio per questo motivo le previsioni in vista del 2018 sono abbastanza contrastate e tendono a confermare prezzi controllati nel breve periodo, ovvero tra i 1.260 e i 1.300 dollari.
Va però sottolineato come in un arco temporale più lungo il suo valore potrebbe tornare a salire, grazie all’incertezza provocata da alcuni fattori di politica estera. Il riferimento è chiaramente alle tensioni registrate tra Stati Uniti e Russia, con le accuse mosse agli hacker del secondo Paese di aver influito sulle elezioni presidenziali che hanno portato Donald Trump alla Casa Bianca.
Va poi messo in rilievo come oltre a quello con Putin, ci sia un altro contenzioso di non poco conto a rendere abbastanza problematico il quadro, ovvero il dissidio tra gli stessi Stati Uniti e la Corea del Nord. Dopo i test nucleari che hanno permesso al Paese orientale di entrare nel ristretto novero dei Paesi che detengono il cosiddetto deterrente nucleare, proprio nelle ultime ore va segnalata una ulteriore escalation di accuse da parte statunitense.
Le crisi politiche che possono influire sul prezzo dell’oro
Stavolta, è Thomas Bossert, consigliere di Donald Trump per la sicurezza interna e l’antiterrorismo, ad aprire il fuoco in un editoriale pubblicato sul Wall Street Journal, nel quale ha affermato come proprio la Corea del Nord vada considerata responsabile di Wannacry, l’attacco cibernetico che nel mese di maggio ha provveduto ad infettare centinaia di migliaia di computer in ogni parte del globo.
Altro fattore che potrebbe influire molto sul prezzo dell’oro nell’immediato futuro è l’apertura dell’indagine contro Michael Flynn, l’ex consulente per la sicurezza nazionale di Trump, accusato di non aver detto la verità sui suoi rapporti con la Russia. Un’indagine che rischia di travolgere lo stesso Presidente degli Stati Uniti portandolo verso l’impeachment e, quindi, verso una crisi politica dalle conseguenze realmente incalcolabili.
Previsioni sulla quotazione dell’oro
Per capire meglio cosa ci attenda nel prossimo futuro, vanno a questo punto ricordati i report emessi da società specializzate in analisi dei mercati, iniziando da Capital Economics, i cui analisti non nascondono il proprio pessimismo, indotto in particolare dalla politica fiscale di Trump, che potrebbe innescare un aumento del Prodotto Interno Lordo e dell’inflazione.
Molto più possibiliste le previsioni di Edison Investment Research, secondo cui il metallo prezioso potrebbe vedere crollare il suo prezzo attorno a quota 1.010 dollari nel caso in cui la Federal Reserve riuscisse a ristrutturare efficacemente il suo bilancio, o invece salire addirittura a 1.400 nel caso contrario. Una ipotesi che sembra risentire fortemente della correlazione tra oro e dollaro che da sempre viene stabilita dagli economisti.
Il Bitcoin intralcia il mercato dell’oro?
Molto dovrebbe dipendere anche dai Bitcoin, fattore che secondo gli addetti ai lavori ha notevolmente intralciato il cammino dell’oro, attraendo investimenti che invece sarebbero potuti andare a premiare il metallo.
Nel 2018, però, sono in molti a sbilanciarsi per lo scoppio di una bolla, appunto quella delle criptovalute, il quale potrebbe spingere molti traders verso l’oro, innescando una risalita decisa della sua quotazione, sino a portarlo a quota 1.450 dollari.
Una tesi che però viene decisamente avversata dagli analisti di Goldman Sachs, secondo i quali tra i due asset non esisterebbe alcuna possibile correlazione. Non resta quindi che vedere chi avrà avuto ragione.